C'è stile e Stile..noi parliamo di politica!

Sul sito della mozione Acerbo-Ferrero-Grassi campeggia l’accusa, rivolta a Nichi Vendola, di essersi schierato a favore della Tav. Solo leggendo attentamente l’intervista rilasciata da Vendola all’edizione piemontese della “Stampa” si scopre che non si parla della Val di Susa ma del treno Bari-Napoli, progetto messo a punto con la piena partecipazione delle comunità locali e nell’assoluto rispetto della tutela ambientale. Non è il primo episodio del genere. Il congresso si sta trasformando in uno stillicidio di bassezze, in cui il confronto politico è sostituito da una campagna di calunnie e sospetti.La levata di scudi contro il “liderismo” di Vendola, già di per sé infondata, è degenerata in una distruttiva campagna personale, con passaggi decisamente inqualificabili, che non esita neppure a prendere di mira la guida della Regione Puglia per aggredire la candidatura del governatore di quella regione alla guida del partito. Fingendo di ignorare che, al contrario di tutte le altre regioni del Sud d’Italia, la Puglia è oggi un modello studiato e seguito con attenzione in tutta Europa.Invece di confutare e criticare con le armi della politica il documento congressuale di cui Vendola è primo firmatario, è stata scatenata un’offensiva denigratoria contro il vecchio gruppo dirigente a colpi di accuse infondate e sospetti sparsi a piene mani.La cristallina e a tutti nota decisione di stampare tessere della Sinistra Arcobaleno, destinate rigorosamente solo a chi non fosse già iscritto ad alcun partito della sinistra, è stata fatta passare per prova provata di un torbido “complotto” mirante a sciogliere d’autorità Rifondazione. Come se invece che un congresso ci trovassimo alla vigilia di un processo indiziario, con qualcuno in veste d’imputato e qualcun’altro di pubblico accusatore.Nelle redazioni dei giornali è stata fatta filtrare l’ “informazione” secondo cui in alcune regioni sarebbe in corso un proditorio e truffaldino rigonfiamento delle tessere, in puro stile mastelliano, e la medesima accusa è stata mossa pubblicamente, tanto da approdare sulle agenzie di stampa e sulle pagine dell’”Unità”.Il tutto mentre quotidianamente vengono levati, dalle stesse fonti, accorati appelli all’unità che, in questo quadro, non possono che risuonare come ipocriti e puramente strumentali. In un clima del genere, il rischio che nessuno riesca più a governare il conflitto è purtroppo del tutto realistico. Comunque si concluda il congresso, una campagna allestita con questi metodi non può che avere effetti disastrosi non solo per Rifondazione ma per tutta la sinistra italiana, che non certo di questo ha oggi estremo bisogno.E’ il caso di fermarsi. E’ ora di mettere una moratoria sulle bassezze per tornare alla politica. La capacità di gestire con la dovuta maturità uno scontro politico si dimostra non con i vuoti appelli all’unità ma con la messa a confronto limpida di analisi, argomenti, orizzonti strategici.Non siamo uguali. Non pensiamo le stesse cose. Non è identica la lista dei compiti urgenti che attendono Rifondazione e la sinistra, e non sono identiche le rispettive proposte concrete. E’ proprio per questo che abbiamo convocato un congresso straordinario.Ma uno scontro politico, anche il più aspro, può essere oggi prezioso per noi e per tutta la sinistra, purché si tratti appunto di uno scontro politico, tale cioè da fornire argomenti, suggerimenti critici, elementi d’analisi realmente innovativi e adeguati ai tempi, proposte operative.Al contrario, un congresso trasformato in fiera delle meschinità e sagra degli accoltellamenti non potrà che rendere ancora più disastrosa la situazione già ben grave in cui tutti ci troviamo. E di questo sarebbe il caso che d’ora in poi tenessimo tutti conto.