Elettra Deiana sta con Vendola ed il Forum delle Donne si divide..

Mozione Vendola: Un percorso unitario e plurale di ricostruzione della sinistra


Dichiarazione di voto di Elettra Deiana, Rita Corneli, Linda Santilli, Antonella Cammardella, Federica Miralto


Apertura all’esterno, pratica del dentro e fuori, sperimentazione politica sono da sempre il segno della nostra idea della politica e la misura di giudizio con cui abbiamo valutato via via le scelte che il Prc ha compiuto in tutti questi anni. Pur nell’esprimere spesso la nostra critica a molti aspetti e modalità di quelle scelte, abbiamo però sempre condiviso la molla all’innovazione e alla sperimentazione che le animava, soprattutto l’idea di farci protagonisti come partito di un percorso unitario e plurale di ricostruzione della sinistra in Italia. Oggi come ieri siamo convinte che la ragione di fondo della propria esistenza Rifondazione debba individuarla di nuovo in questa vocazione. Oggi poi con maggiore forza e determinazione, a causa della disastrosa sconfitta elettorale che abbiamo subito, che rischia di rendere ininfluente o assente per chissà quanto tempo una sinistra politica nel nostro Paese e del tutto testimoniale la stessa sopravvivenza di Rifondazione. Per questo sottoscriviamo la mozione che reca come prima firma quella del compagno Nicki Vendola. Essa contiene chiaramente delineato questo indirizzo politico, nell’intreccio che propone tra rafforzamento e rilancio della nostro partito e concreto impegno per una prospettiva unitaria a sinistra. L’uno e l’altro aspetto insieme, reciprocamente dipendenti.
Sottoscriviamo ma senza fanatismi di schieramento, senza preventivi affidamenti politici e senza la presunzione di aver trovato la strada maestra o di aver fatto la scelta risolutiva. Per noi si tratta soprattutto di un primo importante passo di avvicinamento alla ripresa della politica, di un passaggio necessario per lavorare più efficacemente a una prospettiva politica che sentiamo tutta nostra non da oggi, ma che, oggi più che ieri, deve essere tutta sperimentata e verificata con forte senso della realtà e con la consapevolezza che non bisogna dissipare vanamente – come abbiamo rischiato di fare - quello di cui già disponiamo. Rifondazione in primo luogo. Sperimentata e verificata nelle proposte, nelle pratiche politiche, nelle scelte. Per questo ci serve un congresso che segni una radicale discontinuità con tutto quello che abbiamo alle spalle. Discontinuità in tante cose e soprattutto nelle pratiche politiche. Bisogna abbandonare per sempre quelle oligarchiche e autoreferenziali che il Prc, nei suoi gruppi dirigenti, ha adottato e che ci hanno resi troppo simili al resto del mondo politico, col rischio anche di far apparire la grande sfida della ricostruzione della sinistra come un affare da gestire tra ceti politici ristretti, più interessati alla propria sopravvivenza che al progetto.
Pensiamo a un congresso che confermi, nella pratica quotidiana oltre che nelle dichiarazioni ufficiali, la vocazione all’apertura, alla ricerca e alla sperimentazione di Rifondazione comunista. E alla sua unità. A cominciare dalla necessità di mettere a valore tutto il patrimonio di idee, esperienze, risorse di cui il partito dispone. Ci aspettiamo per questo un’apertura reale alle “ragioni dell’altro”, l’ascolto di ciò che anima le diverse mozioni, le motivazioni che hanno spinto compagni e compagne alla differenziazione politica. Vogliamo condividere le preoccupazioni che da diversi angoli di vista ci assillano tutti e tutte e vogliamo affermare la pratica benefica dell’assunzione di responsabilità condivisa. Perché non salviamo Rifondazione e non costruiamo nessuna sinistra senza questa pratica, senza un congresso animato da questa radicale vocazione.
22 Maggio 2008