Vendola: «No al bipartitismo»

È la sua prima uscita “romana” da quando si è ufficialmente candidato alla segreteria di Rifondazione Comunista. Nichi Vendola, oggi presidente delle regione Puglia, presenta il suo documento congressuale, quello che nel luglio prossimo a Chainciano dovrà vedersela con gli agguerriti Ferrero e Russo Spena che, dopo la sconfitta elettorale, hanno affilato i coltelli contro il gruppo dirigente che ha creduto nella Sinistra Arcobaleno e che ora appoggia Vendola.L’accoglienza è delle migliori. Gran pienone per Vendola e soprattutto pubblico variegato, “dal basso”: ad ascoltarlo, insomma, non ci sono solo quelli del partito. Quella di Vendola è una lunga e poetica, come nel suo stile, retrospettiva sui problemi dell’Italia di oggi e sulle pulsioni che l’attraversano. Una su tutte, come s’immaginerà, l’ossessione-sicurezza. «La destra – spiega Vendola – ha dato la risposta peggiore a problemi umani veri: ciò che va affrontato non è l’emergenza sicurezza ma la solitudine e la paura dei ghetti metropolitani».Ma come può, invece, Rifondazione uscire dal ghetto in cui è stata drammaticamente confinata, quello fuori dal Parlamento? Per Vendola, il messaggio da far passare è uno solo: «Dobbiamo impedire – dice – la trasformazione dal bipolarismo al bipartitismo». Insomma, va bene l’impianto bipolare, centrodestra e centrosinistra, ma nelle istituzioni non possono esserci solo Pd e Pdl.È anche per questa ragione, per questa alterità che il Prc deve ribadire e conservare che Vendola risponde seccamente a chi gli chiede se incontrerà Veltroni. «Credo che non sia questo il tempo delle parole che si avvitano anche in gomitoli di furbizia», spiega, probabilmente riferendosi anche all’imminente incontro tra il segretario Pd e quello di Sinistra Democratica Claudio Fava. «Naturalmente – prosegue Vendola – l'interlocuzione con il Pd è fondamentale, ma auspico che il Pd possa spostare il proprio asse a sinistra. Oggi – aggiunge – il rapporto è quello di una contesa e di un conflitto molto aspro». Il conflitto è tutto centrato sulle «ragioni del conflitto sociale» che, secondo Vendola, il Pd così come lo ha immaginato Veltroni «con la sua deriva neocentrista e neomoderata, difficilmente può inglobare la nostra voce».Vendola chiede a Veltroni «gesti chiari e coraggiosi» se ha intenzione di ricostruire un centrosinistra. E lancia un messaggio anche ai suoi: «Abbandoniamo il gergo militarista e l’odio, apriamoci!».